Martial Attitude Voice

#229: NeuroPilates e consapevolezza corporea per ipo/nonvedenti - Sofia Del Governatore

Episode Summary

Sofia Del Governatore, professionista del movimento e fondatrice di progetti inclusivi, ci porta ad esplorare il valore del corpo come strumento di espressione e conoscenza, specialmente nel lavoro con persone cieche e ipovedenti. Durante la conversazione emergono temi chiave come: La costruzione della fiducia attraverso il contatto e la voce; L’importanza della consapevolezza corporea e della gestione dello spazio in contesti privi di riferimenti visivi; L’esperienza del NeuroPilates come approccio innovativo per recuperare movimenti dimenticati o alterati da patologie neurologiche; Il progetto Move As You Are, un manuale pratico per educatori e famiglie che desiderano proporre attività inclusive; Il valore delle relazioni tra vedenti e non vedenti, e la crescita reciproca che ne deriva. Sofia condivide anche esempi concreti di allenamento: l’uso della palla sonora, il supporto dei compagni di squadra, le strategie per ridurre il senso di disorientamento e sviluppare autonomia motoria. Un episodio che intreccia scienza, ascolto e passione, dimostrando come il movimento possa diventare uno spazio di scoperta e libertà per tutti. Inoltre, Sofia allena inoltre la squadra di calcio per ciechi del CUS Parma. Sofia ha conseguito una laurea con lode in Scienze Motorie all’Università di Bologna e successivamente si e' specializzata a Parma. Sucessivamente, una significativa esperienza negli Stati Uniti, collaborando con l’Università di Miami in progetti legati al Parkinson.

Episode Notes

Seguite Sofia Del Governatore su INSTAGRAM.

Seguite le attivita' di Real Eyes Sport ed il progetto "Move as you are" QUI.

Informatevi su la squadra di calcio per ciechi del CUS Parma QUI.

 

Episode Transcription

Mathias Alberton (00:03.054)

Ciao a Mathias Alberton, sono il creatore di Martial Attitude e ovviamente ho creato Martial Attitude Voice, un podcast che parla di disciplina, parla anche di psicologia dello sport e parla di disabilità o attività legate alla disabilità, nel senso che Martial Attitude Training si propone di creare un sistema di training specifico per i poi non vedenti e sto conducendo dei workshop qui a Londra ogni domenica. Se siete in zona, potete sempre fare parte. Insomma, stiamo cercando di creare una struttura che permetta di avere più comfort quando si è in contatto con gli altri, contatto fisico. Ma in realtà è da migliorare un attimo la postura, migliorare un attimo la presenza di se stessi nel contatto. Come sapete, nei passati podcast, parlato a lungo, insomma, della disabilità, della cecità, del problema di vedere sempre meno, sia da un punto di vista psicologico che da un punto di vista motorio, quindi se vogliamo psicomotorio. E oggi ho, devo dire, il grande piacere di incontrare nuovamente, anche se online, Sofia del Governatore, che è una professionista del movimento con una visione, se vogliamo, davvero unica. È laureata con l'Ode, in scienze motore dell'Università di Bologna, successivamente si è specializzata a Parma e quindi c'è un rigore scientifico da una parte, un'esperienza internazionale e devo dire una sensibilità abbastanza straordinaria verso l'inclusione. Il suo lavoro parte dal principio semplice ma piuttosto potente di giustapunto ascoltare il corpo. Dopo essere andata negli Stati Uniti a Miami a collaborare con l'Università di Miami per dei progetti specificatamente legati al Parkinson, oggi Sofia propone una serie di percorsi personalizzati di movimento attraverso diversi metodi, tra cui quello del neuropilates, del quale sono molto interessato, quindi chiederemo a Sofia di parlarcene un pochino di più e lavora attivamente in progetti sportivi scolastici per l'inclusione delle persone con disabilità. Allena la squadra di calcio per cechi del Cusparma, ha presentato una settimana fa a l'ISAPA 2025, che l'International Symposium of Adapted Physical Activity in Irlanda, il progetto Move As You Are che è dedicato al valore dello sport come strumento di espressione presso la fondazione Real Eyes. Con grande piacere. Ciao Sofia, benvenuta.

 

Sofia Del Governatore (04:33.742)

Grazie per avermi invitata e ospitata. Come dicevi giustamente, la mia passione per quello che faccio deriva tutto da partire dall'altro, quindi da me. Quindi è stato un po' un guardare l'altro e vedere e ascoltarlo in tutti i suoi bisogni, quindi nella sua unicità, a partire dalle parole, partire poi dal corpo.

E per me, appunto, essendo sportiva, avendo giocato a calcio per più di 15 anni, anche a livelli abbastanza alti, per me comunque lo sport è sempre stato un modo proprio per esprimermi, dove sono poi riuscita anch'io a conoscermi molto. E quindi, oltre alle parole, io penso che il corpo sia una parte fondamentale di noi, quindi come ci si muove, come ci si atteggia davanti a certe situazioni e penso che il corpo prenda proprio la sua parte, perché è tutto il resto. E così appunto è partita la mia passione per andare a lavorare proprio in questo, quindi dal punto di vista motorio, specialmente nella disabilità, sin dall'inizio, proprio perché io penso che la disabilità in sé non sia un limite, anzi sia una potenzialità ognuno di noi ha poi dopo perché ognuno di noi ha un proprio limite no? e chi meno che più e appunto la possibilità di poter essere lì e poterlo aiutare e nella disabilità che ha il ragazzo, va di tutto insomma. Per me è proprio il modo migliore anche per dare qualcosa di me a questa persona e cercare in lui quella che è una potenzialità poi dopo esprimere in tutte le sue forme e soprattutto dal punto di vista motorio appunto, che tante volte le emozioni sono quelle che uno si tiene dentro e non parla e che non ha parole, magari non riesce a neanche esprimere, mentre quando si tratta di una questione più fisica, più motoria, è molto più semplice ed è molto anche più bello, più armonioso e arriva talvolta molto di più rispetto a delle parole.

 

Mathias Alberton

Il lavoro con la squadra di calcio del Cusparma ti ha sicuramente permesso di affinare questo linguaggio del corpo diverso dal consueto, ma come imposti i primi incontri con i ragazzi o gli atleti non vedenti o ipovedenti? Dove parti nel costruire fiducia, relazione?

Sofia Del Governatore (09:21.262)

Sicuramente è diciamo un lavoro molto reciproco, spiego, parte tutto da una questione io che vado da loro, loro che vengono da me e ci si scambia già verso un atteggiamento comunque di fiducia perché tutto parte un po' da quello no? E la fiducia con loro soprattutto parte dal contatto, quindi quello che è anche solo il primo impatto che abbiamo, cioè la prima modo di conoscerci diciamo che è darci la mano, E presentarci, dirci il nostro nome, dirci chi siamo e non dirci mai cosa non c'è, Ma cosa siamo per noi, no? E poi appunto nell'ambito del calcio, la scelta di fare calcio soprattutto per ragazze che non vedono, quindi che può essere anche complicata, può essere un nuovo.

E poi in Italia va tanto il calcio, quindi è sicuramente un nuovo modo anche di scoprirsi e di viverlo questo calcio che magari sentono tanto parlare poi dopo nel pratico, cioè sono curiosi giustamente come tutti e quindi dopo esserci presentati diciamo che ci mettiamo in cerchio e iniziamo un po' di warm up e facciamo quindi... Io gestisco con la voce quello che loro devono fare, tutti i gesti che devono compiere e spesso poi li vado a correggere o comunque è bello perché c'è anche un altro ragazzo che invece ha la sindrome di Down e mi dava tantissimo una mano, quindi sta lì, sta lì con noi, mi aiuta e la cosa bellissima è proprio vedere come, anche da un punto di vista motorio, comunque rispondano nelle più svariate forme che non ci si aspetta rispetto a quello che può essere il mio stimolo vocale nei loro confronti, però anche lì è bello vedere come in quel momento lì il loro corpo percepisce quello che io dico nel loro modo, cioè in una maniera unica che propria. Poi giustamente si va poi a correggere in quello che richiede l'esercizio. E poi dopo si corre con uno stimolo vocale che viene dato da chi corre insieme a loro, vede che si dice voice e spesso magari c'è chi corre tenendosi per la spalla, chi corre da solo ascoltando solo la voce che li guida. E poi con un pallone sonoro appunto iniziamo gli esercizi che sono diversi esercizi, quindi di passaggi. Appunto la palla è sonora, quindi contiene un campanello dentro, che quando gira suona e quindi loro sono in grado di dire come da dove sta arrivando la palla e quando ad esempio c'è l'uno contro uno con la palla sonora e la cosa che a me piace molto ed è molto anche di rispetto uno verso l'altro perché si dicono voice però se lo dicono entrambi, quindi sia chi ha la palla per far sentire ma anche chi sta arrivando per prendere la palla in modo tale che non si scontri, non si facciano male ma semplicemente cerchino di... sono uno contro l'altro ma in realtà sono quasi insieme, Nel senso... prendo la palla però sto arrivando, te lo dicono. E poi tutta la questione del campo, perché il campo ha le porte con dietro di solito qualcuno che vede e che indica dov'è la porta, facendo i rumori sui pali. Poi ovviamente se si tratta di partite serie che noi purtroppo ancora non abbiamo fatte perché siamo di poco numero, il pubblico deve stare in silenzio, assolutamente, perché appunto devono sentire come è andata andando la palla. E la palla non esce mai, ci sono delle barriere, delle sponde, dove la palla sbatte e poi ritorni in gioco. Quindi sì, è molto interessante. dopo noi siamo pochi, purtroppo, però anche con pochi è sempre bello studire.

 

Mathias Alberton

Ovviamente ho diverse domande che nascono subito da questo tuo intervento. prima è tanto per, diciamo, cerco scrivere un attimo l'attività, di che età parliamo, quanti anni hanno le persone?

 

Sofia Del Governatore

Siamo da 15 anni, però poi prendiamo veramente da tantissime, cioè chi vuole viene a giocare. Perché non è tanto la disparità di un'esperienza di chi ha giocato calcio, qui si parte allo stesso punto alla fine, chi magari più bravo, chi è meno. Però è proprio importante che possano sperimentare quello che giocare a calcio, quello che è magari corpore, non può farlo da solo e prendere una palla, sentire la palla sonora. Quindi sicuramente sì, dai 15 anni fino alle età che serve per giocare.

 

Mathias Alberton (11:14.19)

E l'altra domanda invece è legata a un tecnicismo se vogliamo. E qua comincio a vedere già dei paralleli con l'attività che faccio io. L'attività che faccio io ovviamente è uno a uno ed è sostanzialmente all'inizio, almeno nelle prime settimane, sufficientemente statica. Ci si concentra su un coordinamento delle braccia, certi movimenti delle braccia quando in contatto con le braccia dell'altra persona di fronte a sé, invece nel tuo caso c'è un movimento nello spazio, si corre, ci si muove, si dribla, si calcia, si para e questo avviene nel frattempo che qualcun altro più o meno invisibile a te fa la stessa cosa. Ci sono quindi delle voci che guidano, ma la mia domanda è qual è la cosa che risulta essere più complessa? La verbalizzazione delle istruzioni, cioè corri così alza il piede così metti il piede là piuttosto che no, oppure è imparare a integrare i comandi nel gioco? È proprio fatto delle istruzioni di come muoversi o è più complicato far capire il gioco nel suo insieme?

 

Sofia Del Governatore (13:23.438)

Allora no, sono due domande secondo me molto guste e risposto tutti due perché alla fine sono un po' coincidono, senso vivono nello stesso momento. La prima è sicuramente, io penso, che la base motoria, purtroppo soprattutto per i ragazzi che non vedono, manchi spesso, quindi proprio da d'inizio. Quindi quello che per noi è scontato, anche solo fare due passi con i chiedi gritti, per loro non lo è.

Infatti, comunque, chi non vede ha proprio un atteggiamento, perché non vede che è diverso da noi. Quindi la difficoltà sicuramente c'è, perché non è solo calcio, senso, puramente il calcio è una cosa ludica e può comprendere con l'ora, però ad esempio io lavoro tanto anche su come si corre, esempio, anche solo. Partiamo, proprio se devo dirlo, da come si cammina, no? E poi piano piano si arriva sempre di più anche alla parte della palla, quindi si introduce la palla e infatti chi inizia magari dipende poi se si tratta di covedenti dice che per cui è diverso proprio in che ratteggiamento che hanno però è almeno per la mia esperienza è molto difficile più dal punto di vista di verbalizzazione di un gesto perché quello che loro percepiscono non è quello che magari io sto dicendo, per me è scontato. E quindi molto spesso entro in atto proprio io fisicamente e in una camminata ad esempio, la posizione del ginocchio, la posizione del... di come piegare il ginocchio in un certo modo, di come tenere il piede, lavoriamo insieme, cioè ci vediamo, teniamo così in modo tale che lui capisse veramente quale è il movimento giusto da fare. Verbalmente quello che io percepisco non è quello che loro percepiscono, devo entrare in un'altra dimensione del quello che c'è.

Mathias Alberton (15:33.262)

È la stessa cosa che stiamo vivendo noi a Martial Attitude Training qua a Londra. Diciamo da un lato, la tecnicità dei movimenti che noi utilizziamo è talmente precisa e specifica che è molto utile, o io utilizzo questa tecnicità per far sentire a livello di contatto fisico, di proprio eccezione, quindi dove sono posizionate le tue parti del corpo nello spazio, utilizzo questa tecnicità per esemplificare il concetto che una cosa è più a destra, più a sinistra, più al centro, più in basso, più in alto e via così andare. Dall'altra parte però, la verbalità. quindi la verbalizzazione delle istruzioni è una delle cose sulle quali ci siamo scontrati fin da subito e che stiamo affinando piano piano. È vero che è tecnico, però per quanto è tecnico se io, ognuno dei miei partecipanti capisce la tecnicità in maniera diversa. Quindi da un lato io mi devo adattare enormemente a ciascuno dei partecipanti. Però cerco comunque di uniformare il linguaggio attraverso tutto partecipanti in maniera tale che soprattutto con il passare del tempo si tenda a parlare una stessa lingua. È la stessa cosa che fai tu? Hai del tempo? la possibilità di lavorare individualmente uno a uno con alcuni di loro? Oppure è sempre una cosa di gruppo e quindi questa cosa viene integrata mano mano?

 

Sofia Del Governatore (17:45.518)

La fortuna è stata che siamo in due, cioè l'ex allenatore della Nazionale Cechi di calcio e ci sono anch'io. Quindi questa cosa in realtà è molto parte che in primis io imparo perché iniziare a da sola non è il massimo. E poi ho modo di prendere magari qualcuno di loro, prenderlo con me e magari iniziare dalle basi, non tanto sulla palla. Non iniziare dal calcio ma imparare proprio a tenere banalmente il passo giusto, il ritmo, cioè lavorare molto su una questione anche di ritmo, in a manca molto, quindi il ritmo del passo, il ritmo della corsa e questo lo faccio io verbalmente ma cercando appunto, come dicevi tu, di poi cercare di completare la parte verbale con una parte che si dà contatto perché c'è bisogno di un richiudere in modo tale da universalizzare questo a quando io gli dico un gesto e lui sa cosa deve fare.

 


Mathias Alberton (18:31.918)

Per chi ti ha conosciuto, per chi ha avuto modo di incrociare un attimo i tuoi discorsi, le tue presentazioni, spesso e volentieri quando parli della teoretevitività parli di ascolto, consapevolezza, questo senso cosa rappresenta? Come si traduce la parola consapevolezza? Per quello che ti riguarda, come la intendi,per te applicata nel tuo lavoro con loro.

 

Sofia Del Governatore

Essere consapevoli di dove sei, di chi sei, di come ti muovi... L'essere consapevoli che il mio tempo non è il loro e quindi di entrare in quella che si dice empatia e questo di rendere quindi consapevole me che in quel momento non sono io ma c'è lui e quindi una consapevolezza per me nuova perché è diversa per ognuno di loro e allo stesso tempo quindi sono più consapevolezze che arrivano più verso di me che io dovevo adattare alle loro. Quindi, diciamo che è una presa di coscienza, di quello che cercare di entrare in quello che è il suo corpo, di entrare e capire, soprattutto toccandolo. Mi aiuta molto il fatto di toccare anche solo la sua mano, come tiene la mano, come tiene il braccio, il piede. E lui toccare il mio, perché dopo è un scambio per sentire anche lui quello che è.

Mathias Alberton

Questo si collega piuttosto bene con la successiva domanda che avevo, ovvero sia Martial Attitude, ovviamente lavoriamo molto sulla gestione dello spazio attraverso il contatto e la postura. In qualche misura anche il suono. Tu appunto sembri privilegiare l'idea del contatto, ma per orientarsi per muoversi in sicurezza, anche pensando al fatto che oggi si gioca calcio, però quello che impari qua a calcio, esattamente come quello che impari a martial attitude, poi te lo porti fuori dal campo di calcio o dalla sessione di workshop con martial attitude training e puoi usarlo anche lì. Quindi questo concetto di spatial navigation, di orientarsi nello spazio muovendosi in sicurezza.

Quali sono gli elementi che sono più interessanti dal tuo punto di vista?

 

Sofia Del Governatore (21:16.366)

Beh sicuramente il fatto di creare un ambiente amico. Lo dico così perché loro sono ragazzi, ovviamente. Però anche il posto in cui vivono è loro amico e non è qualcuno da cui sempre di guidare. E questo qua piano piano lo vedo, anche solo il campo dove giochiamo è diventato amico. Ovviamente col tempo e sicuramente le persone lo fanno amico però rendersi proprio conto che magari ci sono delle situazioni in cui noi non ci siamo, comunque le nostre voci non ci sono ma c'è solo una falla che suona mentre rotola e questo li crea un momento di... cioè si perdono un attimo di confusione però allo stesso tempo vedo come la risposta a questa cosa più immediata, cioè prendono più consapevolezza di quel momento lì, di un imprevisto che magari non si sentono più le voci, si sente solo questa palla che non si sa dove sia, diciamo che quel tempo che passa tra loro che sentono il rumore e loro che percepiscono il suono diciamo che diminuisce man mano perché almeno quello che provo a fare è diminuire questa questa sfiducia che hanno ma rispondere in modo quasi non anticipare perché è difficile. Però anche se non andare incontro a una palla che suona senza nessuno, cercare di diminuire quel tempo di avvicinamento tra lui e la palla.

 

Mathias Alberton

A livello emotivo e a livello fisico quali sono le principale difficoltà o resistenza che tu hai osservato esistere?

 

Sofia Del Governatore

Allora a livello emotivo il fatto di andare a sbacchere o comunque di non essere al sicuro, di trovare sempre qualcosa che lo mette subito in guardia e quindi a livello fisico, quindi prima scatta una questione proprio mentale e poi dopo a livello fisico ovviamente di andare incontro a qualcosa che non sai se davanti a te c'è qualcosa che può bloccare davanti a questo rumore della palla che magari viene in conto o comunque per ricevirne proprio la precisione di dove è. Però diciamo che sono più appunto di lavorare molto anche sulla percezione proprio che hanno di quello che sta accadendo e diminuire quello che è, perché dopo se si lavora molto sulla la percezione che il corpo risponde diversamente.

 

C'è un altro aspetto che invece è quello dell'inclusività. Ora cerco di qualificare un attimo la mia asserzione di inclusività. L'inclusività può essere capita in due modi. Abbiamo una popolazione, esempio, quella degli ipo non vedenti, come facciamo a rendere il calcio accessibile a loro. Quindi rendiamo inclusivo il calcio. L'altra cosa invece è quella dell'inclusività intesa come le due popolazioni, chi ci vede benissimo e chi vede meno o non vede affatto entrano in contatto l'uno con l'altro. A Martial Attitude facciamo questo e quindi abbiamo persone vedenti che lavorano con non vedenti e noto che ovviamente c'è, diciamo, non so come dire, non un momento di rivelazione, c'è una sorta di stupore da parte delle persone perfettamente vedenti quando si interfacciono con i non vedenti e imparano a loro volta a fare cosa proprio in virtù del fatto che c'è una differenza e questo rende la cosa interessante. A tuo modo, come cambia se cambia il comportamento dei vedenti quando lavorano con non vedenti? Cioè cosa insegnano loro a te o alle persone come te che lavorano con loro. Mettiamola così.

 

Sofia Del Governatore

Allora, sicuramente quello che almeno lasciano a me sempre e quello che la ridico sempre è che spesso loro sono i miei occhi, cioè sono veramente quelli che mi vedono e più di quanto mi possa vedere e questo glielo dico sempre perché così, almeno per quanto riguarda mia esperienza, probabilmente percepiscono cose di me anche solo con la voce, anche solo con l'attenzione che magari do a delle cose che io non mi apporgo, perché magari per me sono spontate, invece mi fanno rendere conto che quella cosa che ho detto gli è stata utile o comunque che li è fuori anche dall'ambiente del calcio, è sempre riguardante solo durante l'attività. Quindi sicuramente a me lasciano molto il una fase di scoperta anche mia di quello che appunto io non ho occhi per vedere, loro ce li hanno. Quindi questo è per me importantissimo.

 

Mathias Alberton

Hai notato anche un trasferimento diciamo di interesse o di atteggiamento nei confronti, magari non so, per esempio i familiari per esempio di queste persone, hai notato che si rapportano con loro diversamente dopo che loro hanno cominciato a prendere parte alle attività per un po' di tempo? Le hanno fatte un po' più loro?

 

Sofia Del Governatore (27:06.382)

In realtà sì, nel senso che ad esempio racconto la storia di un ragazzo che è venuto e il papà gli ha detto se vuoi venire fai tutto tu. Cioè, non è che ti trovo la squadra, è che io ti accompagno, però ti informi tu, prendi il numero di telefono tu e se vuoi andare me lo dici, però non faccio altro che portarti. E questa cosa l'ho vista, cioè, dopo c'è stata anche da parte dei genitori che rimangono lì, familiari e a vedere i propri figli e vedono quanto effettivamente anche il rapporto con il figlio, io vedo che cresce tanto e di dare anche di fiducia a quello che può essere una barriera che stesso magari, più giustamente, esiste proprio per una questione pratica. Però alla fine non si torna sempre a ricredersi un po' nelle cose e a vedere che è possibile che ci si crede in primis sono loro più che io a volte e in delle cose che dici non lo so, sono molto più positivi spesso di me o di questo.

 

Mathias Alberton

Quando ti ho presentato all'inizio del podcast ho parlato di due cose che mi interessano entrambe, quindi le prendiamo una e poi l'altra. Parliamo un attimo di Real Eyes Sport. Che cos'è? Come ci lavori? Come ci sei entrata? Cosa fanno? Qual è il tuo lavoro con lui?

 

Sofia Del Governatore (29:11.054)

Allora, con Real Eyes Sport ho permesso una scoperta diciamo, ho fatto un master qua Barman su sport e inclusione e uno dei miei professori del master era Daniele Cassioli, appunto il fondatore di Real Eyes Sport. Real Eyes Sport è un'associazione fondata nel 2019 da Daniele Cassioli, un taro olimpico di sci nautico plurimedagliero.

E ha fondato appunto questa associazione per consentire ai ragazzi dai 4 anni di ragazzi ciechi e provvedenti di partecipare a quelli che sono gli sport. Quindi siamo in 12 città in Italia dove appunto possiamo assaggiare progetto che siamo assaggiati al gesto che consente ai ragazzi ciechi o non vedenti di avere degli istruttori che vengono formati dall'associazione e di fare sport, quindi dal calcio al tennis. Poi adesso in realtà sta prendendo molto piede, quindi stiamo girando molto. E facciamo che siamo di più in Lombardia, perché è nata in Lombardia la spettazione. E poi in realtà facciamo tanti progetti, facciamo tanti progetti anche per i genitori, quindi come sostegno emotivo. E anche i genitori stessi partecipano ad esempio ai campi stivi e invernali che facciamo. Campi stivi, invernali e stivi sono molti sport invernali vanno a sciare. E' bello anche perché dai il sogno di tutti, no? Per fare sport, per andare a sciare, quando è momento di sciare, per andare a giocare in giardino, giocare a calcio, a la tletica e fare baseball. comunque siamo molto attivi da questo punto di vista qua e appunto proprio la scelta poi di andare in Irlanda ed uscire un po' anche da contesto italiano è un po' una scelta per noi importantissima perché possiamo veramente cercare di aiutare i nostri ragazzi in primis a fare qualcosa di più per loro, in cerca di formarci.

 

Mathias Alberton (31:25.07)

A parte il fatto che io in Irlanda c'ero, confermo, e tra l'altro ho visto ovviamente la presentazione che hai fatto tu di Move As You Are, con tanto di booklet on best practices, ma ho visto anche le presentazioni degli altri. Abbiamo visto, io e te, visto che insomma ci sono realtà che si muovono sufficientemente bene e stanno facendo benone. Ci sono, per esempio, c'era la l'organizzazione irlandese Division Sport Ireland, che mi sembra si stia muovendo assolutamente bene. E ci sono altre realtà, come abbiamo visto per esempio in Svizzera, che sono un po' non sono esattamente al top, hanno parecchio da imparare. Quindi l'esempio di Realize è che sicuramente, diciamo, sul pezzo bene, facendo un ottimo lavoro già, ottimamente strutturato. Come si accede ai servizi di Realize? Cioè le persone che sono in zona, appunto abbiamo detto principalmente Lombardia e limitrofi, contattano e poi trovano il programma?

Ovviamente dico a tutti coloro che ascoltano il podcast trovate poi i riferimenti e i vari link dei servizi di cui abbiamo parlato nella descrizione del podcast quindi poi potete cliccare tutto quello che volete chiaramente.

 

Sofia Del Governatore (32:58.414)

Siamo molto attivi sui social e questo fa molto perché magari molte richieste vengono da lì. Poi sì, assolutamente magari andiamo negli ospedali e lasciamo i brochure, in ospedali per ammurare i giusti, in modo tale da pubblicizzare, che dovete pubblicizzarsi, perché poi dopo va bene fare una visita pubblicistica, ma andare oltre a quello che e noi ci siamo e quindi sicuramente quello è un buon modo e poi anche molto sì tramite email sicuramente e poi abbiamo un sito nostro dove si possono vedere sia tutte le attività che siamo, che facciamo, nostri progetti, figuri e i presenti e quello che stiamo facendo per fare questa realtà che sta crescendo tantissimo quindi siamo contenti, speriamo di portare lo che siamo anche fuori.

 

Mathias Alberton

Io ne ho accennato brevemente, tu l'hai presentato, sostanzialmente in nome di Realized Porter, hai presentato questo move as you are, the booklet on best practices. È possibile, per quanto è impossibile, è possibile in qualche misura darci un estratto di quello che hai contenuto in questo booklet qui.

 

Sofia Del Governatore (34:36.366)

Allora, sì, in realtà è molto semplice, soprattutto ed è molto intuitivo ed è stato fatto appunto non solo per quelli che sono gli insegnanti, ma per tutti e questa cosa io penso che sia proprio un punto di forza, perché può essere visto da chiunque ed essere capito da tutti i genitori. Si presenta con il nome, il titolo, il nome del gioco come dev'essere adattato per il ragazzo ceco, per farlo l'attività, e tutti gli strumenti che servono per fare quel tipo di gioco lì. Si basa molto su FIAB e Motoria, e questo è bello perché soprattutto per i bambini, comunque il booklet va dai bambini da 4 anni, massimo 12 anni comunque, e sono delle attività molto interessanti, molto stimolanti anche per il bambino stesso e dentro appunto sia quello, poi dopo c'è la possibilità di creare proprio l'ambiente adatto e oltre a se lo scarichi online, possibilità di vedere il gioco come viene fatto, anche una spiegazione più pratica, diciamo così, non solo immaginativa, si trovano anche delle foto, non dovresti capire un po' come si svolge la stagilità.

 

Mathias Alberton

Ma di là che io sia un privilegiato perché ero in Irlanda l'Izapa 2025 e quindi ho il booklet fisico in mano. Le persone che magari ascoltassero questo podcast vanno su RealEyeSport e lo trovano per poter fare il download?

 

Sofia Del Governatore

Si è presente il proprio scritto. Poi dopo in futuro uscirà anche quello che è il video-porso invece per chi vuole lavorare con ragazzi con due città o con i provvedenti per istruire quelli che sono appunto gli insegnanti, per lavorare proprio da un punto di vista...

 

Mathias Alberton

Avete già un'idea di questo programma di istruzione? Quanto dura, come sarà più o meno strutturato?

 

Sofia Del Governatore (36:20.366)

E' ancora in fase, però potrei fare una campagna di assistamenti per capire un po' come strutturarlo.

 

Mathias Alberton

L'altra cosa invece da quale ero ovviamente super interessato era l'idea del Neuropilates. Ora io ho abbastanza presente come terapista sportivo, clinico sportivo e come gym instructor. Ho presente un attimo cos'è il pilates, però non so che cosa sia il neuropilates. Tu me l'hai un pochino detto, ma si potrebbe spandere un attimo su questa cosa qua, come se fosse un bambino di tre anni. Spieghiamelo come fossi un bambino di tre anni.

 

Sofia Del Governatore

In realtà allora il neuro pilates non è nato tanto per una questione sulla sui ceghi, però diciamo che è un'idea, con la conniuta, di poter sicuramente andarci a lavorare utilizzando le tecniche del neuro pilates. Il neuro pilates è nato, è una tecnica che si distacca un po' dal pilates, anche se rimane sempre con la base del pilates, quindi quella di andare a costruire una muscolatura posturale, quindi mantenimento della postura, andare a lavorare su collezioni muscoli profondi, più costruiziali, e appunto l'equilibrio, il miglioramento della forza. Con NeuroPilates, noi nello studio ci occupiamo principalmente di soggetti con problematiche di Parkinson, slerosi mutila o problemi al livello dell'esione del modello spinale e o ictus o prostitus. E' interessante perché è un lavoro che si basa principalmente su recuperare quelli che sono i movimenti del corpo che magari sono stati dimenticati o comunque sono stati modificati proprio a causa della problematica. Quindi andiamo a lavorare molto sullo stimolo che a livello cerebrale va a dare poi a livello muscolare, anche la parte visiva, parte... lavoriamo molto sullo sguardo, sul mantenimento della lingua destra a sinistra per avere poi uno stimolo corretto perché è molto importante anche solo girare la testa destra a sinistra non è semplice più facile e quindi questo sicuramente è, diciamo, il NeuroPilates più e si lavora molto con gli elastici, piuttosto che magari a volte sì su reformera anche, assolutamente, però è un lavoro molto diverso, magari anche lento, impidatesi per te è una disciplina che richiede un movimento lento, però molto preciso, ci da proprio lavorare con precisione, non su un unico... quello che mi piace è che non si lavora mai, la impidatesi normale no un unico muscolo, ma andiamo a lavorare proprio in complesso, quindi parliamo di persone cinetiche. Quindi questo è utile per le persone che continuano a riprendere e andare a ricordare dei gesti che prima non ci sono più. Quindi richiamare quel gesto lì è fondamentale. Per Pilates ci stiamo riuscendo molto, è un molto risposto positivo.

 

Mathias Alberton

Come ti si raggiunge se uno fosse interessato alla parte di lavoro che fai con le neuro pilates?

 

Sofia Del Governatore (40:06.478)

Per mail sicuramente, quindi magari se dopo ti ho attraverso in contatto, lasciamo il link. Per mail mi contattano e sono aperta anche a farmi chiacchere, dire come sto a lavorare.

Mathias Alberton

Se pensi ai prossimi sei mesi, fine dell'anno, adesso siamo all'apertura dell'estate, abbiamo due stagioni davanti, tutta l'estate poi c'è l'autunno, cosa succederà a Sofia del Governatore nei prossimi sei mesi, professionalmente o academicamente, è la tua progettualità?

 

Sofia Del Governatore

Sicuramente il fatto di approfondire quello per cui sono andata a Miami, quindi rimanere sempre nell'ambito di neurologici, quel Parkinson, cosa che ho imparato proprio uscendo proprio dall'Italia perché avevo bisogno di vedere e applicarlo in quello che già sono, quindi quello che già ho nella mia testa anche su il mio sapere e quindi se devo pensare sicuramente rimanere legata al pilato, perché vedo bene e in un futuro magari pensare a qualcosa per i ragazzi o gli adulti, i povedenti legato al Pilates è sicuramente una cosa interessante che potrebbe secondo me portare a tanti risultati positivi proprio da un punto di vista anche motorio ma non solo motorio. Grazie davvero per il tuo tempo, per condividere veramente per avermi ospitata.

 

Mathias Alberton

No, assolutamente figata conoscere quello che fai, come lo fai, le associazioni con le quali stai lavorando, c'è tantissimo contenuto e spero appunto che il massimo del successo, ma soprattutto il massimo dell'ammirazione per il lavoro che stai svolgendo perché appunto mi pare che siamo abbastanza in linea, facciamo cose molto diverse, però il goal più o meno quello e alcune intuizioni di base sono molto molto allineate, quindi trovo interessantissimo.

Grazie ovviamente a tutti quelli che hanno ascoltato il podcast fino ad adesso. Vi invito ovviamente a entrare in contatto con Sofia qualora fosse interessante per voi sapere un attimo come raggiungere a lavorare con lei, oppure ricordiamo chiaramente che ci sono i link delle associazioni come Realize in Link in Bio, per intenderci. Per quello che riguarda Martial Attitude, in questo momento noi siamo posizionati su Londra, lavoriamo ogni domenica pomeriggio con un corso per mobilità, consapevolezza, movimento, ma soprattutto questa idea di comfort nel contatto con gli altri, quindi un po' il contatto fisico come sostituto per la vista, ma non tanto per capire lo spazio circostante, ma per capire un attimo come si è posizionato noi stessi nello spazio circostanze proprio in virtù del fatto che siamo nel contatto. Quindi invece che avere timore del contatto perché non vediamo l'altra persona, proprio perché siamo in contatto con l'altra persona, acquisiamo capacità nuova di comfort. Trovate ovviamente tutte le istruzioni per raggiungerci non solo in LinkinBio, ma sul website. Ovviamente lasciate una mail, un messaggio. siete interessati, saremo super contenti di condividere con voi.

Come sempre, rimanete in contatto!